Elaborato "Eucaristia e Sofferenza"

  Giorno di Pasqua [33d.C.]

Quale significato ed eredità possono ancora avere delle parole pronunciate quasi 2000 anni fa e come esse, insieme allo stesso sacramento dell'Eucaristia possono consolare o solo avere ragione d'essere in un mondo che troppo spesso è caratterizzato dalla continua esperienza della sofferenza umana ?......
Un suggerimento ci può arrivare dal "Cantico delle creature" di San Francesco (qui interpretato da Angelo Branduardi) dove il santo passando in rassegna i vari aspetti o elementi della vita non può fare a meno di lodare Dio per la loro bellezza ed utilità.


Inoltre verrebbe immediato un paragone fra un altro componimento poetico della stessa epoca: il "Si fossi foco" di Cecco Angiolieri (qui interpretato da Fabrizio De Andrè). Esso, infatti, pur presentando una struttura compositiva e descrittiva pressocchè identica al "Cantico delle creature" di S.Francesco, presenta un'enorme differenza che lo rende opposto all'opera del santo.


Il confronto tra i due testi ci permette di arrivare ad una prima sensazione in merito all'argomento: dato che i due poeti hanno inserito nelle loro opere elementi comuni alla loro vita si capisce che l'Eucaristia non offre una soluzione "magica" ai problemi e alla sofferenza della vita, ma, tramite l'Amore di Cristo, sa offrire all'uomo una prospettiva diversa ed illuminata nei confronti dell' esistenza.
Ma qual è la prospettiva differente di cui si sta parlando?
Quali sono i "sintomi" di una sofferenza illuminata dall'Eucaristia?
Una risposta ci può arrivare da uno degli ultimi filmati raffiguranti il noto cantautore milanese Gaber in cui egli, ben consapevole della sua malattia che di lì a poco l'avrebbe distrutto, benchè seriamente provato come solo un malato grave può essere, ha deciso di lasciare al mondo un ultimo messaggio di speranza nella vita.


Il testo della canzone è arcolato come una lunga risposta ad un intervento pessimistico in un'ipotetica conversazione. Gaber lascia lungo spazio al riassunto di ogni possibile male che affligge il 2000, ma sul finire, proprio come S.Francesco, ci stupisce con :"...ma io ti voglio dire che non è mai finita,/che tutto quel che accade fa parte della vita." sfatando il pessimismo di cui noi ci eravamo già persuasi.
Solo ora si può capire come e perchè l'Eucaristia puo infondere una tale differente ed apparentemente irragionevole prospettiva sul mondo ed in particolare sulla sofferenza: essa non allevia il dolore che la vita inevitabilmente ci fa provare, ma ha la straordinaria peculiarità di permettere ad ognuno di noi di andare oltre la nostra sofferenza, di capire che essa, di fronte al bene di Dio e alla magnificenza della vita, non può che risultare una tessera della nostra esperienza umana. E' per questo, infatti, che l'Eucaristia illumina i momenti di sofferenza, perchè essa dona all'uomo la capacità di comprendere che il dolore si inserisce in un disegno più grande volto sicuramente alla realizzazione della propria felicità nell'Amore di Dio